Le loro limitate capacità di traino, inadeguate anche per i servizi di manovra, di questa particolare locomotiva le FS spingevano a noleggiarle o venderle a imprese private o complessi industriali già all'inizio degli anni '40, eccezione fatta per la 800.008 che assegnata per diversi anni al deposito di Torino Smistamento venne salvata da sicura demolizione.
Oggi fa parte del Museo Ferroviario Nazionale di Pietrarsa.
- La Gr.800.008 a Torino Smistamento nel settembre 1962 -
- Foto John D.Blyth / da: Sui binari dei ricordi - Viaggio in Castano-Isabella / Edizioni ACME -
- Nino -
Nino Carbone
Posted - 07 August 2016 : 11:58:37
- Gruppo 60 FS - (Carro automotore o furgone a vapore - Definizioni dell’epoca)
- Foto FS / da: ilmondodeitreni.it -
- Cenni di storia - Tra i mezzi relativamente "curiosi" che le FS ereditarono dalle grandi reti all’atto della statalizzazione delle ferrovie italiane, vanno certamente annoverati i carri-automotori a vapore del "Gruppo 60".
I mezzi definiti “curiosi” erano limitati a poche unità, spesso ad esemplari unici, ma nel caso dei “carri automotori” si trattò di un lotto di ben 85 macchine, numerate dalla 601 alla 685.
Funzione di questi veicoli era quella di assicurare su linee a scarso traffico, che si diramavano da quelle principali, un servizio viaggiatori che consentisse notevoli economie di esercizio.
Il progetto si incentrava su di un veicolo che riunisse le caratteristiche della locomotiva, del bagagliaio e che assolvesse anche le funzioni di furgone postale.
Questo mezzo doveva poi essere in grado di trainare 1 carrozza passeggeri e su linee poco acclivi anche 2, del tipo “centoporte” a 3 assi oppure a carrelli.
Furono immessi in servizio a decorrere dal 1906, con cassa colore “verde vagone” e con l’originaria marcatura a 3 grosse cifre di bronzo, i cui caratteri derivavano da quelli della Rete Mediterranea (RM).
I “carri automotori” dopo un primo periodo di esercizio si rivelarono insufficienti in buona parte dei casi: bastava una maggiore affluenza, tale da richiedere 2 carrozze a carrelli, quando non l’aggiunta di una terza, che già sulle linee di media acclività, le loro prestazioni (condizionate da una piccola caldaia di tipo verticale), si rivelavano inidonee, tanto da richiedere per la trazione l’intervento di una locomotiva ordinaria.
Dopo qualche tentativo 16 di essi vennero “troncati” dell’intera parte relativa ai compartimenti bagagliaio e postale con la soppressione del sottostante asse portante, furono riclassificati: "Gruppo 800 II".
(Furono definiti “cubi”)
- Foto da: it.wikipedia.org -
Vennero da allora impiegati come locomotive da manovra, molti dei quali venduti ad imprese industriali per lo smistamento dei carri sui raccordi di stabilimenti industriali.
Una di queste macchine, la Gr.800.008 è conservata presso il Museo Ferroviario Nazionale di Pietrarsa.
Altri 53 “carri automotori”, la cui tipologia era rimasta prossima a quella d’origine, tra il 1927 e il 1928, vennero privati dell’apparato motore, modificati nel rodiggio e convertiti in carri riscaldatori serie Vicr (poi Vr): 808.200-252.
Alcuni di questi erano ancora in regolare servizio alla metà degli anni '60.
- Anthos disegno autoprodotto / da: it.wikipedia.it -
- Caratteristiche - Le automotrici vennero costruite secondo un tipo di progetto dell’epoca; un telaio rigido con una cassa chiusa su cui era montata una caldaia a vapore verticale di limitato ingombro, e di conseguenza di limitate prestazioni, con un meccanismo motore a 2 assi accoppiati e 1 asse portante posteriore.
Il mezzo era diviso in 2 parti: una cabina compatta sul cui frontale era ricavato il vano per il carbone e la sezione posteriore attrezzata a bagagliaio e postale.
Le macchine, a causa del loro basso peso aderente e dalla poca potenza, avevano una scarsa capacità di traino.
- Dati tecnici - Clic foto
- Schema da: mondo Ferroviario 136 -
- Anni costruzione: 1905-1907 - - Lunghezza: 9.660 mm - - Rodiggio: 0-2-1 - - Velocità: 60 km/h -