- Locomotiva “Sampierdarena” - (Società Ansaldo / Genova) - Fu la prima locomotiva costruita in Italia -
- Foto Archivio Fondazione Ansaldo / Gruppo Finmeccanica / da: imprese.san.beniculturali.it -
- Cenni di Storia - Il Conte di Cavour, l’artefice dell’Indipendenza Italiana, fu anche promotore della nascita della nostra industria ferroviaria, e in particolare della Società Gio. Ansaldo & C. di Genova, nuova società, con sede a Sampierdarena.
Nel 1854 la Gio. Ansaldo & C. iniziò nello stabilimento meccanico di Sampierdarena la costruzione delle prime 2 locomotive per il Regno di Sardegna denominate: la prima “Sampierdarena” e la seconda “Alessandria”.
Vennero consegnate e immatricolate con i numeri 68 e 69 destinate alla linea Torino-Rivoli.
La prima locomotiva “Sampierdarena” rappresentò l’inizio del processo di liberazione da uno stato di soggezione verso i costruttori stranieri, tanto ben riuscito da trasformare il nostro Paese da importatore ad esportatore di locomotive, aggiungendosi ai fornitori esteri, coi quali riuscivano a gareggiare per la mancanza di un regime protezionistico grazie tempi di consegna leggermente più brevi e per il minor costo della manodopera.
Erano macchine con rodiggio 0-2-1 (B1), allora molto diffuse in tutta Europa, a 2 assi accoppiati e cilindri interni lievemente inclinati con telaio a longheroni interni.
In questa macchina gli assi motori posti anteriormente non consentivano elevate velocità, ma, sopportando gran parte del peso della locomotiva offrivano un buon peso aderente.
L’asse portante posteriore consentì un allungamento della caldaia e quindi un’abbondante produzione di vapore.
La caldaia aveva la peculiarità di essere priva di duomo, all’interno dello stesso corpo cilindrico (nella camera a fumo), era disposto un cassetto di regolazione di vapore ai cilindri; l’ingegner Ansaldo, autore del progetto, aveva preferito questa soluzione del regolatore tipo Crampton, per evitare che il vapore dovesse passare attraverso condotti esterni ed essere soggetto all’effetto della condensazione prima di venire immesso nei cilindri.
Poiché anche il telaio era stato collocato internamente alle ruote, la locomotiva presentava, per quei tempi, una sagoma insolitamente filante, in quanto la mancanza del duomo e della sabbiera nella posizione tradizionale, accentuava la pulizia della sua linea.
Le sabbiere erano 2 poste lateralmente al posto di guida.
Con ruote motrici di 1.550 mm di diametro, pressione della caldaia 7 kg/cm2 e potenza di 240-315 CV la “Sampierdarena” superò validamente le prime prove di collaudo raggiungendo la velocità di 65 km/h.
Le 2 macchine prototipo vennero successivamente incorporate, prima nella Società Ferrovie dell’Alta Italia (SFAI), con i numeri 200 e 201, poi nel parco trazione della Rete Mediterranea (RM) con i numeri 2733 e 2734, rimanendo in servizio oltre il 1900.
Nel 1905 passarono alle neo-costituite FS come Gruppo 113 con i numeri 1131 e 1132.
- Le locomotive costruite da Ansaldo tipo “Sampierdarena” -
- Foto da: Guida alle locomotive a vapore / Luciano Greggio / Arnoldo Mondadori Editore -
In seguito all’ottimo esito, dopo le 2 unità prototipo, altre 6 locomotive vennero commissionate all’Ansaldo per la linea Torino-Novara le quali percorsero per oltre 40 anni le linee del Piemonte.
Un gruppo di 4 unità erano state prodotte nel 1857 per la linea Alessandria-Stradella, ferrovia privata in concessione.
Nel 1861 con l'Unità d'Italia, il nuovo governo si pose l'obiettivo di unificare e razionalizzare il trasporto ferroviario, gestito precedentemente da una miriade di Società, sia pubbliche, sia private.
Nell'ambito di questo progetto nacque nel 1865 la società SFAI (Strade Ferrate dell'Alta Italia), la quale ereditò circa 1.400 km di linee nel Nord e una gran quantità di materiale rotabile estremamente eterogeneo.
Ulteriori 18 unità di queste locomotive furono realizzate per la Società Ferrovie dell’Alta Italia (numerate 200-230) che aveva assorbito tutte le ferrovie locali e le ferrovie statali ex piemontesi.
Un gruppo di 10 unità simili era stato fornito anche alla “Società Vittorio Emanuele” allo scopo di impiegarle sulle linee Calabro-Sicule (numerate SFCS 1-10).
Nel 1885 alla costituzione delle grandi reti nazionali passarono tutte 40 nel parco rotabili delle Rete Mediterranea, e numerate RM 2733-2772.
Furono più volte trasformate con l’aggiunta del duomo e della sabbiera sopra la caldaia.
Per la protezione dei macchinisti dalle intemperie, anche se per molto tempo furono costretti a viaggiare senza alcun riparo, prima vennero dotate di un rudimentale schermo paravento, successivamente di una regolare cabina.
Alla loro costituzione nel 1905 le FS ne immatricolarono solo 25, assegnandole al Gruppo 113 (1131-1155). (16 unità ex SFAI e 9 unità ex Vittorio Emanuele)
Nel 1905 la “Sampierdarena” fu demolita, mentre l’unità “Alessandria”, passata nello stesso anno alle neo-costituite FS con il numero 1132, risultava nel 1906 ancora in forza presso il Deposito Locomotive di Savona.
Si trattava comunque di macchine ormai obsolete per cui vennero messe presto fuori servizio.
Al 30 giugno 1914 non risultano comprese nell’album dei tipi di locomotive ed automotrici delle FS.
- foto da: ebay.it -
- Dati tecnici -
- Schema Edizioni Albertelli / da: apud.it -
- Anni: 1854 / 1869 - - Rodiggio: 0-2-1 (B1) - - Lunghezza con tender: 13.225 mm - (Locomotiva: 7.510 mm / Tender: 5.715 mm) - Velocità massima: 65 km/h - - Diametro ruote motrici: 1.500 mm - - Diametro ruote portanti: 1.130 mm - - Diametro ruote tender: 1.085 mm -
- Schema da: san.beniculturali.it / Archivio Fondazione Ansaldo -
- Il modello -
- Foto Sella / da: lombardiabeniculturali.it -
- Una nota d’arte - Questo dipinto, ambientato attorno al 1880, ritrae una di queste macchine già trasformate.
La locomotiva n°211 "Novara" (Ansaldo 1855), impegnata con un omnibus piemontese dalla composizione piuttosto eterogenea: in particolare spicca la vettura a due piani, appartenente a un lotto di 11 costruite a Parigi dalla ditta Chevalier & Cheilius negli anni tra 1869 e il 1872, simili a quelle già in servizio nella capitale francese.
È curioso osservare che sarebbe trascorso un secolo prima che altre vetture a due piani venissero messe in servizio sui binari italiani, e anche in questo caso si tratterà di un modello copiato dalla “banlieue” parigina.
La locomotiva n°211 "Novara" venne demolita nel 1902.
(Testo da: stagniweb.it)
- Dipinto Francesco Dall’Armi / da: stagniweb.it -
- La locomotiva originale con la numerazione RM 2736 -