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 Idee "luminose" per i nostri piccoli edifici

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T O P I C    R E V I E W
Raffaele Picollo Posted - 18 June 2021 : 14:29:46
Con l’evoluzione dei materiali per il nostro hobby e con la disponibilità di kit sempre più belli e perfezionati, da qualche tempo ho rivolto la mia attenzione alla realizzazione di sistemi di illuminazione degli edifici in scala Z, anche se il tutto può essere applicato alla prossima scala N, ma anche alla H0.

Il sistema classico, utile ancora oggi se vogliamo fare presto, è quello di utilizzare la classica lampadina (beh adesso, almeno, un LED!) da posizionare al centro della nostra costruzione. Questo ci consente di illuminare contemporaneamente tutte le nostre porte e finestre del piccolo edificio in scala Z.

Per migliorare la resa, un passo ulteriore sarà quello di mettere le tende alle nostre finestre, con carta o anche tessuto, bianche o colorate, così da non fare vedere la sorgente luminosa dall’esterno.
Magari, poi, preoccupiamoci che la luce non filtri all’esterno da fessure o spigoli delle nostre costruzioni. Infatti, non solo le pareti possono essere spesso semitrasparenti ma, soprattutto, gli spigoli tra le pareti e tra queste ed il tetto possono lasciare passare un po’ di luce, vanificando l’effetto di realismo che volevamo ottenere.

E’ così che ho sempre cercato di migliorare la resa dei miei plastici, cercando semplici ma efficaci soluzioni al fine di avere una migliore resa degli edifici, tentando di trovare paesaggi notturni sempre più realistici.
Infatti, più di 10 anni fa cercai di evolvere la mia tecnica di illuminazione degli edifici, superando la classica illuminazione centrale, dando un po’ di dinamismo alla scena, creando una illuminazione separata per le varie stanze. Occorreva fare in modo che l’illuminazione di ogni finestra fosse separata da quelle adiacenti, così da potere accendere e spegnere le luci di ogni delle finestre singolarmente, senza che la loro illuminazione potesse interferire con quella delle finestre adiacenti.


Foto 1 - Particolare di una piccola stanza, ottenuta ritagliando ed incollando un cartoncino bianco. Successivamente si potrà rendere opaca la stanza colorando di nero l’esterno, o usando del nastro isolante nero come nell’esempio

Realizzai così delle piccole stanze in cartoncino, all’interno delle quali posizionare un LED da 3mm. Questo espediente, assieme alla presenza delle tende alle finestre, mi consentiva di dare movimento alla scena, potendo accendere e spegnere ogni finestra singolarmente, ricreando l’effetto come se qualcuno, all’interno degli edifici, si muovesse da una stanza all’altra.

Con un semplice circuito elettronico di comando, come per esempio utilizzando il kit Busch n.5748 ed un po’ di pazienza rispetto al metodo “classico”, il risultato complessivo migliorava notevolmente.


Foto 2 - Ecco il risultato finale, ogni finestra può essere accesa singolarmente

Certo, questo metodo è piuttosto laborioso ed ha sempre lo svantaggio di dovere rendere opache le finestre, così da non vedere la luce diretta proveniente dall’interno di ogni singola stanza.
Così ho cercato di evolvere ulteriormente il sistema cercando di fare vedere allo spettatore, attraverso le finestre, l’interno delle stanze, utilizzando la tecnica che ho denominato “Plexiglas room”.
Questa tecnica consente di occupare, per ogni finestra, pochissimo spazio all’interno dell’edificio, ottenendo diversi vantaggi:

• avere delle finestre dall’aspetto realistico, con una superficie vetrata trasparente;
• evitare di rendere opache le finestre con tende o sistemi similari, con migliore resa e risparmiando tempo prezioso;
• visualizzare l’interno delle stanze, utilizzando fotografie a nostro piacimento, con un gradevole effetto di profondità della scena (non sarà davvero 3d, ma lo sembra);
• separare facilmente l’illuminazione delle varie stanze che potranno essere accese, spente e regolate individualmente, senza interferenze tra di loro;
• eliminare il fenomeno della luce che filtra all’esterno da spigoli e fessure dell’edificio.

Per fare questo, il materiale necessario è il seguente:


Foto 3 - Il materiale necessario per utilizzare il mio metodo di illuminazione delle “stanze di plexiglas”

• Lastra di plexiglas trasparente di spessore adeguato, minimo 2mm e fino allo spessore che si preferisce, a seconda delle dimensioni del nostro modello e dell’effetto che si vuole ottenere. Di norma io impiego il 3,5mm. Minore è lo spessore e minore sarà la resa di profondità, maggiore è lo spessore e più evidenti potranno essere le pareti laterali delle nostre Plexiglas room. Prestiamo attenzione ad utilizzare il plexiglas piuttosto che il più economico PMMA, dato che quest’ultimo risulta più difficile da tagliare, fondendosi durante il taglio ed aderendo alle parti separate ed alla lama della sega.
• LED di tipo SMD, di dimensioni proporzionate allo spessore del nostro plexiglas. Anche qui, io uso principalmente LED 1206 (dimensioni 3,2x1,6) o 0603 (dimensioni 1,6x0,8mm)
• Resistori SMD , di dimensioni analoghe ai LED
• Cavetto unipolare sottile tipo AWG30 o AWG24
• Stampe di stanze, con vari soggetti a seconda dell’ambientazione che vogliamo ricreare (residenziale, uffici, negozi, ecc.)

Esaminando il nostro kit in costruzione, dobbiamo dapprima prendere le misure delle nostre porte, finestre, vetrine che lo compongono, con un margine di circa 2mm (comunque in funzione dello spessore del plexiglas) sui 4 lati. Quindi passiamo a tagliare il plexiglas facendo uso di una sega circolare con lama adatta ed eventualmente spianiamo bene il taglio con la carta vetrata. Il risultato che otterremo saranno dei parallelepipedi delle dimensioni volute (Foto3).
Quindi passiamo a fissare i LED alle nostre “stanze” incollandone uno al centro. Potremo impiegare una colla universale in cianoacrilato.

Prendiamo adesso i resistori SMD ed incolliamone uno di lato a ciascun LED ed aspettiamo che il tutto asciughi per bene.

I resistori potranno essere di valori diversi, sempre calcolando (a seconda del tipo di LED impiegato) che la luce non sia né troppa né poca. Ovviamente di questo non ci preoccuperemo, quindi possiamo anche metterli tutti uguali, se poi alimenteremo i nostri LED con un sistema di regolazione. Normalmente i resistori vanno scelti per avere una corrente che può andare da 1mA fino a 10mA, ovviamente in base alla tensione di alimentazione che impiegheremo. Per alimentazione a 5V i valori potranno quindi essere nel range 500~5000#8486;.


Foto 4 - Incolliamo i LED ed i resistori alle nostre lastrine di plexiglas

Il prossimo passo è quello di ritagliare le foto delle stanze, quindi si mette una goccia di colla trasparente (che agisca per contatto, cioè non bagni la carta della foto) e vi premiamo il nostro plexigas, facendo in modo che il LED si trovi sulla parte superiore del soggetto della fotografia, come se fosse un lampadario acceso nella stanza ed aspettiamo la completa asciugatura.


Foto 5 - Ritagliamo accuratamente le fotografie


Foto 6 - Applichiamo una goccia di colla a contatto sulla foto ed incolliamo la lastrina: la colla creerà un sottile velo trasparente


Foto 7 - Premiamo bene sul plexiglas fino a che le parti aderiranno definitivamente

Una volta asciugata la colla, rifileremo i bordi della fotografia esattamente lungo il plexiglas, passando quindi a saldare i componenti tra di loro ed ai cavetti di alimentazione con un saldatore a punta finissima, facendo attenzione alla polarità indicata sul led con due linee perpendicolari o una freccia. Qui dobbiamo essere veloci ad eseguire saldature rapidissime per non rovinare il LED e, mi raccomando, aerate bene il locale perché la colla cianoacrilica potrebbe rilasciare dei vapori potenzialmente pericolosi.
Terminata la saldatura, converrà colorare di nero i 4 lati corti della stanza di plexiglas, utilizzando o dello smalto oppure un pennarello indelebile di colore nero. In questo semplice modo, eviteremo che la luce passi da una stanza a quelle adiacenti. Il risultato è nella Foto 8.


Foto 8 - Saldiamo i componenti tra loro e colleghiamo i nostri cavetti di alimentazione

Una volta preparate le nostre piccole stanze, facciamo una prova del risultato ottenuto (Foto 9).


Foto 9 - Proviamo le nostre stanze prima di metterle nella loro sede definitiva

Si passa ora ad incollare le stanze all’interno delle nostre pareti, mettendo una piccola quantità di colla nei vertici, così che non vada a fuoriuscire all’esterno della finestra.


Foto 10 - Incolliamo le stanze all’interno delle pareti dell’edificio


Foto 11 - Ecco il risultato: superfici perfettamente piane e lisce. Si nota già il senso di profondità della nostra stanza

Possiamo fare una prova di accensione, per vedere il risultato del nostro lavoro (Foto 12).


Foto 12 - Accendiamo tutte le nostre stanze per una prova generale. Possiamo così procedere con la parete adiacente, fino a completare il nostro edificio

Questo metodo può essere applicato a tutti i nostri edifici ed il nostro lavoro sarà sicuramente ripagato da un risultato originale, che darà un tocco di realismo in più ai nostri plastici!


Foto 13 - Ogni nostro edificio può essere personalizzato a piacere. Alla fine avremo un semplice mazzetto di cavi da collegare al nostro circuito di alimentazione


Foto 14 - Un edificio finito nella sua ambientazione definitiva

Infine, alcuni suggerimenti per la costruzione degli edifici, qualunque sia la tecnica di illuminazione del loro interno:

• Durante la costruzione degli edifici, che siano in plastica, cartoncino, legno o stampa 3d, verificare che le pareti siano opache alla luce e, nel caso, applicare cartoncini neri o colorare di nero l’interno delle pareti.
• Analogamente, nell’assemblaggio delle pareti, verificare che la luce non possa passare dallo spigolo. Nel caso, dall’interno, si può abbondare con la colla lungo lo spigolo interno che, una volta secca, può essere a sua volta colorata di nero.
• Porre ulteriore attenzione nel posizionamento della copertura, che sia un tetto a falde o una copertura piana, lungo l’attacco con le pareti perimetrali. Anche adesso si deve verificare che la luce non filtri ed eventualmente usare la tecnica della colla colorata di nero, se è possibile lavorarci dall’interno.
• In alternativa all’uso della colla, specialmente se non si può lavorare dall’interno a causa del ridotto spazio o della presenza delle nostre “stanze di plexiglas”, ma anche in tutti quei casi in cui non si voglia incollare durevolmente le parti, lasciando l’interno ispezionabile in futuro, è possibile utilizzare la plastilina nera come sigillante. La plastilina ci dà il vantaggio di non bagnare le superfici (carta) e di non infilarsi negli interstizi e nelle fessure, cosa che invece fa la colla liquida. Spalmando la plastilina negli spigoli interni dell’edificio, avremo la garanzia che questa non ne fuoriuscirà, assicurando un’ottima mascheratura della luce. Rispetto all’uso della colla, avremo anche il vantaggio di fare molto prima e, infine, di realizzare sigillature asportabili, dato che la plasticità del materiale ci consentirà di incollare con una piccola forza di tenuta, per esempio, un tetto alle pareti dell’edificio.
6   L A T E S T    R E P L I E S    (Newest First)
Raffaele Picollo Posted - 22 June 2021 : 20:53:59
I risultati sono interessanti anche in H0.
Eventualmente, ma non necessario, basta aumentare lo spessore del plexiglas ed il gioco è fatto!
albertomocchi Posted - 20 June 2021 : 11:06:38
Raf sei incredibile come al solito solamente al pensiero della scala Z mi gira la testa ho gia' problemi di vista sulla HO

Alberto
Piero Chionna Posted - 19 June 2021 : 23:12:16
Raffaele, grandissimo come sempre!
robertocamorali Posted - 19 June 2021 : 18:36:37
Confesso che la scala Z non mi piace.
Tuttavia il lavoro eseguito è un capolavoro di tecnologia e precisione, e merita un grandissimo elogio.
E poi, potrebbe essere traslato anche in scala H0?
Alberto Pedrini Posted - 18 June 2021 : 22:54:18
Raffaele Pitagorico colpisce ancora...
Geniale e scientifico insieme, grazie per la condivisione e le esaudienti descrizioni, viene voglia di mettersi subito all'opera.
Stefano Spina Posted - 18 June 2021 : 17:11:36
Non ci sono parole.....

Stefano

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