- Link correlato con le automotrici Ansaldo con motore Diesel: http://www.marklinfan.com/f/topic.asp?TOPIC_ID=3168 -
- Gruppo ALg.56 / Le 3 automotrici a gassogeno - - Le unità Ansaldo -
- ALg.56.401 vista dal lato dei gassogeni nel 1940 -
- Foto Ansaldo / da: iTreni oggi 59 -
Uniche automotrici FS funzionanti a carbone di legna, le 3 ALg 56 ebbero una certa notorietà e furono chiamate le “Littorine delle tre provincie” perché collegavano Firenze a Grosseto per la via di Siena.
Danneggiate in tempo di guerra furono poi cedute alla Ferrovia Mantova-Peschiera.
- Cenni di storia -
Mentre le automotrici ALn 56 Ansaldo nella versione Diesel, per cause d’approvvigionamento rimasero nell’ombra, per le automotrici a gassogeno (ALg) la popolarità fu certamente maggiore poiché dal 1935 la situazione energetica del paese spingeva alla ricerca di combustibili alternativi rintracciabili sul territorio nazionale. E’ probabile che Ansaldo, proprio con la novità del gassogeno, tentasse di recuperare le posizioni, in fatto di mezzi ferroviari a trazione termica, acquisite dalla concorrenza con le precedenti commesse.
- Equipaggiamento a gassogeno - I motori furono adattati all’alimentazione a gassogeno aumentando la cilindrata, la modifica della testata e la variazione del sistema di accensione. Ciascun motore veniva alimentato da un proprio gassogeno con i rispettivi ausiliari. I gassogeni furono costruiti dalle Officine Elettroferroviarie Tallero di Milano.
Il gassogeno è una specie di forno nel quale viene bruciato, con combustione incompleta, del combustibile poco pregiato - carbone di legna - (carbonella), nel caso specifico con lo scopo di ottenere dell’ossido di carbonio (monossido)utilizzabile per l’alimentazione di un motore a combustione interna.
L’ossido di carbonio è un gas molto velenoso e pericolosissimo, in quanto, essendo privo di colore e odore, chi lo respira può intossicarsi mortalmente senza accorgersene.
Per questa ragione nelle automotrici ALg 56 i gassogeni e i loro accessori, pur essendo collocati nella cassa, non avevano altro accesso che dall’esterno ed erano completamente isolati dall’ambiente viaggiatori e dalle cabine di guida.
I 2 gassogeni, situati fianco a fianco nel vano opposto alla ritirata, avevano una capacità di circa 300 kg. di carbone di legna ciascuno e venivano riforniti dall’esterno attraverso una bocca di carico nella parte superiore.
Una scorta di altri 600 kg. di carbone di legna, sufficiente a un secondo rifornimento, era stivata in un vano sottostante.
- La parte centrale contenente i gassogeni, uno dei quali è visibile attraverso l’apertura da cui è stata rimossa la presa d’aria a persiana -
(Il carbone veniva introdotto dall’alto, alla sommità della scala il dispositivo antinfortunistico che impediva l’accesso se non si spostava prima la sbarra di sicurezza)
- Foto FS / da: Mondo Ferroviario 59 -
- Il funzionamento -
Clic foto
- Schema da: iTreni oggi 59 -
Dai gassogeni, il gas, attraverso una condotta refrigerata, posta sopra il tetto dell’automotrice, arrivava ai rispettivi depuratori nei quali veniva lavato e filtrato, e infine raggiugeva i motori. I 2 vani dei depuratori, dove erano installati i 2 rispettivi elettro ventilatori d’aspirazione, si trovavano alle estremità dell’automotrice, vicino al posto di guida del macchinista. Esteticamente l’automotrice si presentava differente sulle 2 fiancate: - Il lato dei gassogeni era dominato visivamente dalle prese d’aria di questi apparecchi, in posizione quasi centrale, con le bocche di carico nella parte superiore, inoltre all’estremità sinistra della fiancata c’era la porta d’accesso al depuratore protetta da una persiana d’aerazione - - Sul lato opposto dell’automotrice (lato ritirata), c’era soltanto la porta d’accesso all’altro depuratore, uguale e simmetrica alla prima.
- Collaudo - Servizio - Cessione -
Dopo collaudi sulla linea tirrenica, nell’estate del 1940 le ALg.56 vennero sottoposte a corse di prova sulla Genova-Milano dove raggiunsero la velocità media di 105 km/h con punte di 80 km/h in salita e 115 km/h in piano. Furono assegnate al D.L. di Firenze, circolarono in prova anche sulla Porrettana, ed il 19 ottobre 1940 ci fu la prima corsa ufficiale tra Firenze e Grosseto, all’andata impiegò 190 minuti per coprire il percorso (soste comprese) con punte di 120 km/h. Le 3 automotrici furono immesse in servizio sulla linea di Siena fino a Grosseto, ma i frequenti problemi indussero le FS a considerare il loro esercizio solo sperimentale, al fine di un perfezionamento dei vari particolari dell’impianto a gassogeno. Il fatto che funzionassero a carbonella, cioè con un combustibile di produzione locale, in tempo di guerra fu vantaggioso: le ALg.56 furono tra le pochissime automotrici termiche FS a circolare, anche dopo la fine del 1940, nel periodo in cui tutte le altre automotrici dovettero essere fermate per risparmio combustibile. Più tardi le FS trasformarono per l’alimentazione a metano una parte della automotrici, che ripresero il servizio sulle linee facenti capo al D.L. di Mantova. Per ragioni di razionalità e utilizzo, anche le ALg 56 vennero trasferite a Mantova, dove vennero impiegate sulle linee per Rovigo, Monselice e Padova via Grisignano di Zocco, negli stessi turni delle automotrici a metano. Nell’ultimo anno di guerra, tutte 3 vennero depredate e danneggiate. Finita la guerra, l’ALg.56.403 venne demolita dalle stesse FS, le altre 2, nel 1948/49, furono cedute alla Ferrovia Mantova-Peschiera (FMP) assieme alle Aln 56.4002 e 4003 a gasolio. Delle 4 automotrici fuori uso acquistate, la FMP ne fece ricostruire 2, con motori Diesel residuati di guerra di costruzione americana General Motors recuperati da carri armati (ALn.68-401 e ALn.64-402), in seguito dopo aver acquistato dalle FS anche l’ALn.56.4001, la FMP fece ricostruire un’altra automotrice (la terza), che fu classificata: ALn.72-403, distinguendosi dalle altre 2 per aver un unico vestibolo centrale, anziché 2 alle estremità.
Le 3 unità prestarono servizio fino alla chiusura della linea avvenuta nel 1967, poi dopo alcuni anni d’abbandono all’aperto, (a Curtatone), vennero cedute alla Società Veneta Ferrovie (SVF) che le utilizzò come rimorchi.
- Dati tecnici -
- Profilo da: Mondo Ferroviario 59 - - Data di ordinazione: 4 ottobre 1936 - - Anni di costruzione: 1940/41 - - Lunghezza: 22.360 mm. - - Rodiggio: (1A) (A1) - - Velocità massima: 120 km/h - - Diametro ruote: 900 mm - - Numero motori: 2 - - Potenza complessiva: 175 kW - - Trasmissione: meccanica - - Peso a vuoto: 32 ton - - Posti a sedere: 56 -
- Unità costruite: 3 - - Classificazione FS: ALg.56.401.403 - - Costruttore: Ansaldo -
- Immagini -
- L’ambiente viaggiatori di 2a classe della ALg.56.401 - (Con divani ricoperti di velluto l’arredamento era uguale a quello delle ALn.56.4001-4003)
- Foto Ansaldo / da: iTreni oggi 59 -
- ALg.56.401 in assetto di marcia presso lo stabilimento Ansaldo nel 1940 -
- Foto Ansaldo / da: iTreni oggi 59 -
- La stessa automotrice con gli sportelli aperti - (La porta aperta lascia intravvedere il depuratore dei gas)
- Foto Ansaldo / da: iTreni oggi 59 -
- Al tempo della Ferrovia Mantova-Peschiera - (Automotrice Ansaldo FMP ALn.72-403 nella stazione di Brescia in attesa di ripartire per Mantova - 11 febbraio 1961)
- Foto Mascherpa / da: iTreni oggi 59 -
- Fonte: Marcello Cruciani / da: iTreni oggi 58 - - Nino -
|