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Piero Chionna
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Posted - 04 July 2014 : 11:37:47
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E' impossibile parlare di Torino senza citare Porta Palazzo, luogo simbolo dell'emigrazione.
da http://www.mepiemont.net
Negli anni del dopoguerra Porta Palazzo rappresentò il primo approdo per molti immigrati italiani del mezzogiorno e, la domenica, divenne luogo deputato all'arruolamento volontario di manovali per l'edilizia. Il contestuale degrado urbanistico, il sovraffollamento e la carenza di servizi per il crescente numero di residenti convissero con la grande capacità d'attrazione del più vasto mercato quotidiano cittadino e con forme di impegno sociale cattolico e laico. Oggi Porta Palazzo, a seguito di un notevole impegno per una completa riqualificazione, è il mercato quotidiano all'aperto più grande d'Europa, 51.300 m² . L'attrazione esercitata da un'area commerciale così estesa è forte: le ondate migratorie interne del dopoguerra hanno lasciato il posto a un crocevia di migranti di ogni etnia che, nella geografia del capoluogo piemontese, ne fa una delle aree dove più si respira l'aria di metropoli, detenendo il primato cittadino per la concentrazione di stranieri residenti.
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Piero Chionna
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Posted - 12 October 2014 : 00:30:10
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Dal sito www.eisenbahnstiftung.de
Bergen/Obb. 21 dicembre 1974: un Gastarbeiter-Sonderzug trainato dalla 116 019 (Foto Peter Schiffer)
116 019 vor einem Gastarbeiter-Sonderzug bei Bergen/Obb. (21.12.1974) Foto: Peter Schiffer
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Piero Chionna
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Posted - 13 November 2014 : 00:09:48
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Una interessante ricerca di Sonia Salsi.
"Questo lavoro intende dare un contributo allo studio dell'immigrazione italiana nelle miniere di carbone di Heusden-Zolder in Belgio. L'analisi sarà svolta fondamentalmente nel paese di Lindeman, sede principale dell'accoglienza degli immigrati italiani, dove sono nata e cresciuta. La politica migratoria verso il Belgio ha origine con la Costituzione di un accordo fra l'Italia e il Belgio. I governi dei due paesi firmarono, il 20 giugno 1946 a Roma, un trattato che portò a "scambiare" forza-lavoro di italiani con il carbone belga. Con tale accordo il governo italiano, e De Gasperi in particolare, dimostravano al mondo di voler contribuire alla rinascita economica dell'Europa. Nell'accordo erano previsti per questi lavoratori, dopo l'arrivo in Belgio, un corso di formazione e la garanzia di un alloggio. Il Belgio ebbe il triste privilegio di avere i minatori peggio pagati e, perché non dirlo, meno tenuti in considerazione, con conseguenze drammatiche, visto che in seguito gli operai manifestarono una forte ripugnanza verso il duro lavoro in miniera. Le condizioni lavorative furono pessime e tanta la paura di scendere al buio........"
Leggi tutto su: http://valigedifibra.altervista.org/miniere_in_belgio.html#index
Ricordando quei convogli carichi di lavoratori italiani diretti ai bacini carboniferi non posso non ricordare tutti i nostri connazionali caduti nelle miniere del Belgio: i dati parlano di 868 (*), 136 nel solo disastro di Marcinelle.
"Il primo ottobre del 1959 il Tribunale di Charleroi manderà tutti assolti gli imputati della catastrofe (ndr Marcinelle). A seguito della tragedia le autorità italiane bloccano nuovamente le partenze dei convogli di manodopera. Solo dopo la conferenza convocata dalla CECA (Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio) nel marzo del 1957 vengono presi alcuni provvedimenti per migliorare la sicurezza del lavoro nelle miniere, tra cui l’uso obbligatorio delle maschere antigas. L’11 dicembre di quello stesso anno l’Italia firma con il Belgio un nuovo protocollo di intesa con nuove garanzie, ma ormai l’industria estrattiva belga ha deciso di rivolgersi altrove per la ricerca della manodopera. Nelle miniere ora predominano greci, turchi e marocchini......"
Da http://win.storiain.net/arret/num189/artic2.asp
(*) Tra il 1946 ed il 1963 gli italiani morti nelle miniere in Belgio furono 867 su un totale di 1126 vittime. Tra le cause dei decessi figuravano in primo luogo le frane (59,2%), i trasporti (14,3%), il grisù (9,4%), le esplosioni (4,7%) e le cadute nei pozzi (4%). Cfr. A. Seghetto, R. Nocera, Il Belgio degli italiani, cit., 89.
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Piero Chionna
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Posted - 14 November 2014 : 00:43:04
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Lavoratori italiani in arrivo alla stazione di Charleroi. Locomotiva della classe 29 delle NMBS/SNCB costruita dalla Alco nel 1945
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Posted - 13 December 2014 : 15:54:53
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Concludo con i versi del poeta lucano Rocco Scotellaro (1923-1953)
"Ho perduto la schiavitù contadina"
Ho perduto la schiavitù contadina, non mi farò più un bicchiere contento, ho perduto la mia libertà. Città del lungo esilio di silenzio in un punto bianco dei boati, devo contare il mio tempo con le corse del tram, devo disfare i miei bagagli chiusi, regolare il mio pianto, il mio "sorriso. Addio, come addio? distese ginestre, spalle larghe dei boschi che rompete la faccia azzurra del cielo, querce e cerri affratellati nel vento, pecore attorno al pastore che dorme, terra gialla e rapata che sei la donna che ha partorito, e i fratelli miei e le case dove stanno e i sentieri dove vanno come rondini e le donne e mamma mia, addio, come posso dirvi addio? Ho perduto la mia libertà: nella fiera di Luglio, calda che l'aria non faceva passare appena le parole, due mercanti mi hanno comprato, uno trasse le lire e l'altro mi visitò . Ho perduto la sçhiavitù contadina dei cieli carichi, delle querce, della terra gialla e rapata. La città mi apparve la notte dopo tutto un giorno che il treno aveva singhiozzato, e non c'era la nostra luna, e non c'era la tavola nera della notte e i monti s'erano persi lungo la strada.
Questa poesia proviene da: Ho perduto la schiavitù contadina di Rocco Scotellaro | Poesie di Rocco Scotellaro | Poeti Moderni http://www.poesie.reportonline.it/poesie-di-rocco-scotellaro/ho-perduto-la-schiavitu-contadina-di-rocco-scotellaro.html#ixzz3Ln1XOCLx
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Alberto Pedrini
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Posted - 10 April 2015 : 09:14:45
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In questo filmato del 1954 vediamo gli operai al lavoro sui "maggiolini".
https://youtu.be/OAEP00Mpy_8
Non so a voi, ma a me stimola una valanga di riflessioni Fa parte di una serie di 10 episodi.
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Alberto |
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