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 Märklinisti verso il 2012 e oltre
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LucianoPasian

Italy
45 Posts

Posted - 28 June 2011 :  12:48:03  Show Profile  Reply with Quote
Ciao, voglio lanciare a tutti quelli che hanno voglia di pensarci, un tema che un po' mi turba. Che vuol dire all'alba del 2012 essere märklinisti? Parto dall'osservazione che i nostri plastici sono pieni di macchine non Märklin, trasformati o già in origine per AC, per non parlare dei rimorchi... Märklin sta aprendo al DCC, i nuovi decoder saranno quanto di più protocollo esisterà sul mercato perché nessuno aveva ancora integrato MM e DCC con MFX.
Ma essere märklinisti significherà, alla fine, semplicemente andare su un binario a tre rotaie?
Nel bene (migliore captazione) o nel male (meno realismo e meno disponibilità di geometrie) è un po' poco come nicchia, peraltro a rischio, perché prodotto da una unica azienda.
Voi che ne pensate?

Luciano Pasian

marcello bellini

Italy
43 Posts

Posted - 28 June 2011 :  15:31:59  Show Profile  Reply with Quote
Ciao Luciano,premetto; il marklinismo è una fede, chi ti parla è marklinista dal lontano 1956 dove tutto era semplice, cataloghi con 20 macchine e una trentina di vagoni, quando bastava che un trenino girasse in un ovale per essere felici, e Marklin era la regina del modellismo ferroviario, eravamo tutti piu' giocherelloni,poi maturando, in molti, io compreso, abbiamo sentito la necessita' di perfezionare il "nostro piccolo mondo" con modelli piu' aderenti alla realta', cosa che la Marklin a mio modesto parere ha tardato a realizzare, questo ha distolto in parte gli acquisti di molti affezzionati dirottandoli sul altre marche che nel frattempo producevano i primi moedelli per AC. Oggi, nel mio caso specifico mi trovo ad avere molto materiale di altri produttori, solo per il fatto che l'attinenza alla realta'mi ha obbligato a cercare un determinato convoglio per quella specifica locomotiva la dove era prodotto, oppure l'inverso, trovare la macchina per quel determinato convoglio. Solo in questi ultimi anni possiamo fare a meno di rivolgersi altrove dato che la produzzione attuale Marklin copre quasi tutte le sigenze in tutte le epoche,(escluso l'italiano, ma questa è una vecchia storia) cosi' possiamo tornare ad essere veri marklinisti.

un saluto

marcello
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marcello bellini

Italy
43 Posts

Posted - 28 June 2011 :  15:43:47  Show Profile  Reply with Quote
Aggiungo solo per rispondere alla tua seconda parte del post, che le nuove tecnologie tendino a globalizzare il tutto questo è fisiologico, ma l'anima del marklinista non sara' certo scalfitta per questo.

di nuovo un saluto.
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LucianoPasian

Italy
45 Posts

Posted - 28 June 2011 :  16:04:00  Show Profile  Reply with Quote
E' proprio questo che mi interessa: l'anima del Marklinista la tua sicuramente non si scalfisce neppure se viene immersa in un bagno di ROCO fuso, sei un entusiasta dal 1956 (l'anno in cui io sono nato) ed è qualcosa che contiene del sentimento, non solo della tecnica. Io sono arrivato a Marklin da poco (e probabilmente è per quello che mi pongo delle domande): ripresa la passione per i treni ho voluto , finalmente e potendo, scegliere il mito della infanzia... se vogliamo, anche questo è un approccio sentimentale, però mi ha stupito vedere quanto la "globalizzazione" ha inciso. Quando ero piccolo c'erano quelli della Rivarossi, quelli dei Fleishmann e Quelli della Marklin: oggi li altri si sono omogeneizzati (trendone un indubbio vantaggio) mentre il mondo Marklin è stato contaminato , vuoi per il costo (ma la differenza forse non c'è neppure più a parità di funzionalità) ma sopratutto per la carenza di modelli,come tu rilevavi, drammatica nel nostro caso come italiani. La precisione e il funzionamento: Marklin è caposcuola, ma Roco, per dirne una, non fa brutta figura. Cosa pensa il Marklinista di oggi, cosa si aspetta da Marklin? non credo che si limiti ad aspettare che a Goppingen si continui a fare locomotive in metallo... oppure sì?

Luciano Pasian
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Alberto Pedrini

Italy
11395 Posts

Posted - 28 June 2011 :  17:04:49  Show Profile  Visit Alberto Pedrini's Homepage  Reply with Quote
Essere Märklinista significa far parte di una famiglia, non saprei come dire meglio. Ci sono stati anni di difficoltà e anche modelli criticabili, ma nessuno ha abbandonato la nave.
Tu pensi che qulsiasi altra marca sarebbe riuscita a vendere questo carro?



Un modello di altre marche si può forare, limare, e trasformare per AC, ma ti sfido a trovare chi farebbe la stessa cosa a un Märklin.
Tanti ci tengono così tanto che non osano toglierli dalle scatole .

Chi riesce a visitare la fabbrica e veder nascere i pargoli torna trasformato, con una strana luce negli occhi, da quel momento non si torna indietro.

Alberto
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LucianoPasian

Italy
45 Posts

Posted - 28 June 2011 :  17:15:04  Show Profile  Reply with Quote
Può sembrare retorico, ma la tua risposta illumina tutto in un modo assolutamente nitido e chiaro. E' semplicemente così... probabilmente lo sapevo già, ma a volte vale la pena dirle le cose.

Luciano Pasian
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marcello bellini

Italy
43 Posts

Posted - 28 June 2011 :  19:28:47  Show Profile  Reply with Quote
Quello che trovo molto positivo oggi nella produzione Marklin è aver saputo far convivere esigenze diverse nel senso di robustezza data dalle fusioni dei metalli, della quale è maestra, alla raffinatezza dei particolari, cosa molto importante per qualsiasi modellista, marklinista oppure no. Le tecnologie poi hanno fatto il resto per la perfezione del funzionamento.
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Salvatore Vanella

Italy
30 Posts

Posted - 28 June 2011 :  22:29:16  Show Profile  Reply with Quote
Personalmente non vedo di buon occhio la "contaminazione" dei modelli Marklin nè le varie conversioni di modelli di altre marche, anche se apprezzo le capacità tecniche di chi si cimenta in questi lavori, di certo poco agevoli. Già considero male in fatto che le macchine attuali hanno un motore in continua, effettivamente si rischia di avere un modello del tutto simile alle altre marche che gira su tre rotaie, tanto vale allora incollarci un pattino e "fare finta" che è Marklin. Se si cerca un ampia disponibilità di modelli o la perfezione quasi assoluta, basta rivolgersi alle altre produzioni, davvero notevoli per soddisfare queste esigenze. Se il mercato abbonda di 636, 646 etc. perchè arrabattarsi a volerne l'ennesima versione Marklin? Ho più volte confrontato modelli RR Acme etc. e Marklin e le differenze si notano. Quì si dovrebbe ancora seguire il vecchio schema della ditta che realizza tutto dai binari alle casette perfino,e qiundi limita la vasta produzione a alcuni "treni" ma non a tutti. Lo scopo è "giocare" inserirsi nella dimensione del treno in miniatura. Allinearsi agli altri produttori non avrebbe senso, certo evolversi, perfezionare, ma non imitare. I pezzi della serie 3000 ad esempio hanno un impronta che ci trasmette anche nelle grossolanità di allora la "passione" di chi le ha realizzare e di chi le ha acquistate. Questo non vuol dire essere legati a un passato, ma solo ad una filosofia costruttiva, che pur assorbendo le nuove tecnologia ( digitale etc.) però mantiene una sua linea che può essere anche innovativa e rivoluzionaria. In quest'ottica Marklin potrebbe proporre decoder personalizzabili, con suoni e rumori da noi raccolti, o creare una serie di modelli su cui realizzare ognuno una ferrovia personale con livree, composizioni etc? cosa peraltro già proposta con alcuni modelli al vero mai esistiti ma che sono semplicemente "piaciuti". Questa ritengo sia la linea che anche negli anni futuri spero sarà seguita. Accodarsi agli altri non avrebbe senso e anche commercialmente dato il costo di un modello, più elevato avrebbe senso solo se si tratta di qualcosa di particolare e non un qualunque CC con i pattini.
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Ely Peyrot

Italy
1453 Posts

Posted - 28 June 2011 :  23:02:54  Show Profile  Visit Ely Peyrot's Homepage  Reply with Quote
A questa semplice ma essenziale domanda risponde ciascuno di noi, ogni marklinista ha i suoi "buoni motivi" che si trovano dentro di lui. Nasce dal profondo della propria esperienza: quella meravigliosa parte infantile che gli uomini"maturi" cercano di nascondere a se stessi e soprattutto agli altri. Un continuista è un serio modellista che cerca di riprodurre la realtà. Il marklinista possiede la ricchezza del giocare. Sì, è proprio così e non me ne vergogno, vogliamo giocare con i trenini. Immaginare nella riduzione modellistica il treno vero, ma liberi dal bisogno della riproduzione a tutti i livelli. Più inseguiamo il realismo e meno ci divertiamo.
Un marklinista tiene nascosti e ben protetti i suoi gioielli (e sono i collezionisti), oppure li fa muovere su un impianto perché ama vederli correre, manovrarli in stazione, comporli e muoverli oltre i limiti della realtà. Che noia le norme Fremo, che noia e che triastezza certi plastici continuisti. Che emozione invece il movimenti irrealistici dei treni Marklin sui plastici.
Siamo dei giocherelloni innamorati. Soppesiamo voluttuosamente le nostre metalliche locomotive (le vintage ovviamente e soprattutto), sapendo che non ci tradiranno mai anche se sono un po' rozze, ma nella nostra immaginazione sono perfette.
Quando andiamo alle fiere con i plastici marklinfan ho notato una differenza enorme che ci distingue dagli altri meravigliosi plastici: sui nostri passano molti treni con una irrealistica frequenza e ci divertiamo moltissimo a metterne su ancora altri e poi altri. E' evidente che stiamo giocando. Sugli altri plastici c'è una cadenza di passaggio di treni bassissima e le facce dei "controllori" sono serie, tutte comprese nello sforzo tecnologico.
I treni modelli si fanno sempre più simili tra le varie marche, ma lo spirito che anima un marklinista si mantiene molto diverso. Sta a noi non omogenizzarlo.
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LucianoPasian

Italy
45 Posts

Posted - 28 June 2011 :  23:45:02  Show Profile  Reply with Quote
Ely , hai aggiunto una nota di vera poesia a questa discussione! grazie sul serio.
Sono anche io convinto che la tecnologia non deve uccidere l'immaginazione. Nel gioco, comunque, ognuno di noi racconta una storia, principalmente la racconta a se stesso, ma anche agli eventuali spettatori e questa storia, come ogni manifestazione artistica, richiede una buona dose di immaginazione anche per essere ascoltata o vista, non solo per essere creata. E nel "patto di sospensione dell'incredulità" tra il narratore e il fruitore, c'è uno spazio di immaginazione per qualsiasi irrealtà e finzione. Meno male , perché grazie a questo posso continuare a far girare le loco elettriche anche senza linea aerea...
Ma , comunque, si possono anche raccontare storie sfruttando le tecnologie evolute, compresi il digitale, i motori CC pilotati in PWM ecc. perché danno spunti e strumenti in più. Come anche i paesaggi curati in modo maniacale e le curve ad ampio raggio. Non bisogna diventare schiavi e troppo seri nell'essere aderenti alla realtà, ma come uno scorcio di un bel ponte in pietra appaga e stimola l'immaginazione, credo che anche un bel treno in scala esatta sia un bello stimolo.
Mi interessa molto , però, proprio il discorso del sistema: Märklin ha una filosofia molto antica e precisa, creare un sistema, dove i vari componenti sono perfettamente integrati tra loro e NON richiedono attività da parte del “giocatore”. Filosofia portata poi anche nel digitale , visto nell’mfx la centralina riconosce da sola la macchina e il giocatore non vedi più F1 F2 ecc. Limitativo per gli smanettoni, ma che comunque hanno trovato modo di fare una breccia nel mondo Märklin, con le contaminazioni di cui si parlava. Ma qui, temo, Märklin è stata vittima di se stessa e delle proprio stesse innovazioni: il digitale con il motore ad alte prestazioni e la regolazione di potenza l’ha creato lei, mi pare. Per cui non credo che il motore universale con il relais possa essere considerato il simbolo dell’essere Märklin.
O sbaglio?

Luciano Pasian
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LucianoPasian

Italy
45 Posts

Posted - 29 June 2011 :  08:49:31  Show Profile  Reply with Quote
In ogni caso, vorrei focalizzare meglio il dubbio da cui partivo io. Non mi sto domandando quanto un marklinista si possa ancora sentire marklinista, su quello non ci sono dubbi, come confermano i messaggi pervenuti; io mi domando anche e piuttosto che strategia abbia la casa madre per alimentare questo sentimento di appartenere ad un gruppo speciale e svilupparlo. Märklin è di base una azienda e dopo i problemi degli ultimi anni, non può prescindere da una politica aziendale di sviluppo commerciale: che tipo di difesa attacco avrà escogitato per restare sul mercato lo vedremo nei prossimi tempi, ma noi cosa ci aspettiamo faccia? o casa temiamo che faccia?

Luciano Pasian
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